Era convintamente considerata una lunga (durava fino a cinque anni!) e grave sottrazione di forza-lavoro all’economia familiare, anche perché non se ne comprendeva la necessità. I figli erano allevati perché contribuissero, con le loro fresche energie, a mantenere ed a migliorare le condizioni generali del gruppo: erano, insomma, anche un investimento i cui frutti, nel momento di migliore resa, venivano, però, dirottati altrove. Lo spauracchio del servizio militare cominciava a diventare realtà già con la visita di leva, a cui ci si presentava in gruppo, per classe di nascita ed all’età di venti anni, con la bandiera del Comune di provenienza. La visita si trasformava in un esame di maturità e di idoneità ad essere uomini per giovani, incerti tra la speranza di rimanere a casa, protetti da una vita di collaudate relazioni e di solidi affetti, ed il desiderio non del tutto respinto dell’avventura e dell’ignoto, nonostante il rischio costante della guerra. Gli “abili” non nascondevano il loro orgoglio, specie in presenza delle ragazze (anche i genitori per un po’ ne andavano fieri); i “rivedibili” dovevano attendere ancora un anno per conoscere il loro destino; i R.A.M. (Ridotte Attitudini Militari), detti “riformati” o “scartate”, avvertivano con dolore la scarsa considerazione di cui erano oggetto (nun zi buóno ni app lu ré ni app la meglièra!), in una realtà in cui la vigoria fisica era un requisito primario. Non si sentivano piú membri della “classe di ferro!”.
Un anno dopo arrivava la prima cartolina rossa (la cartullina) con cui si era chiamati a fare il soldato “permanente”, con paga (si fa per dire!) ogni cinque o dieci giorni (cinquina o deca).
Completata la “ferma” (se non era prolungata per decisioni superiori), si tornava a casa arricchiti comunque di nuove esperienze di vita che ne avevano modificato atteggiamenti e comportamenti.
Temutissimo e con risvolti di tanto in tanto tragici (suicidi per impiccagioni o annegamenti in pozzi) l’arrivo della seconda cartolina rossa: c’era la guerra e si andava al fronte!
I nostri giovani contadini, diffusamente ignari delle cause dei conflitti, ne affrontavano momenti ed aspetti senza entusiasmo, spesso con rassegnazione, con il pensiero costantemente rivolto alle loro famiglie di origine ed ancor piú a quelle che avevano personalmente formato. Con l’aiuto di un soldato-scrivano, spedivano struggenti lettere d’affetto e d’amore ai loro genitori, ai fratelli ed alle sorelle, alle giovani mogli ed ai piccoli che, in qualche caso, non avevano mai visto perché nati dopo la loro partenza.
Filo spinato, trincee, assalti, difese, vittorie, sconfitte, prigionia, ferimenti e … morti! Fortunati quelli che, sebbene perseguitati da drammatici ricordi di fatti disumani, portavano a casa “la pelle” (lu cuórie) e riprendevano a tessere la trama di una vita interrotta, anche se nulla era piú come prima.
In tanti non fecero piú ritorno: famiglie sconvolte, un mondo di affetti e di attese, di progetti e di serie ambizioni stravolto e negativamente segnato per intere generazioni! In questo stand si è voluto render loro omaggio e doverosamente salvarne il ricordo, riproposto attraverso i tanti autentici oggetti di vita e di morte, in mezzo ai quali vissero per anni difficili e con i quali alcuni si salvarono ed altri caddero per sempre.
Military service was considered a long (up to five years) period that took away some of the family workforce causing financial adversity, and more so as the peasants did not understand the need for it. The “spectre” of military service started with the call to the physical check-up for the draft. It involved groups of young men arranged by birthdate and of twenty years of age. They showed up at the draft station bearing the standard of their town. Those deemed “able” of military service did not hide their pride, especially when girls were present, those deemed “riveribile” were not quite ready and had to come back a year later to take the physical again, those deemed “non-able” were subject to ridicule and were emotionally scarred by that label since they lived in a society where physical strength and good health were highly valued. One year from the physical the young man received a red postcard which summoned him to military service.
Once the military service was completed, the young man returned home enriched by the experiences that often changed his attitude and behaviour.
The arrival of a second red postcard was feared most of all; this meant the country was at was and they would be sent to the front.
Our young peasants, ignorant of the cause of these conflicts, went without enthusiasm, often with a sense of resignation, and their thoughts would always be with their family or the new family that they may have just started. The ones that came home alive and continued with a productive life were lucky.
Many did not come back: entire families were thrown into disarray, it was a world of emotions and waiting, of projects and destroyed ambitions adversely affected for entire generations! This display is our way to honour and remember them through these authentic objects pertaining both to their life and death, amongst which they lived through a difficult time and with which some came back alive and some fell and were gone forever.
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