Museo Etnografico di Aquilonia Beniamino Tartaglia

Scuola

School

Scegli la lingua

Appariva come un’attività che teneva impegnati i ragazzi poco utilmente, sia perché non dava risultati immediati e tangibili di natura economica sia perché i suoi insegnamenti non servivano granché per le necessità quotidiane della vita degli adulti. C’erano dei momenti in cui in famiglia i ragazzi erano molto piú utili, o quasi indispensabili, per i lavori primaverili o autunnali, soprattutto per badare alle bestie che pascolavano. Venivano allora trattenuti in campagna, spesso con loro grande gioia, se non avevano voglia di studiare. Con la legge dell’obbligo scolastico fino alla quinta classe, la frequenza divenne meno irregolare e saltuaria, ma , a casa, nello svolgere i compiti i ragazzi erano abbandonati a se stessi né avevano un angolo a loro riservato (a volte si rifugiavano nella stalla, anche per difendersi dal freddo), costantemente disturbati dal traffico e dal vociare dei componenti della numerosa famiglia. La scuola, tuttavia, costituiva per molti la possibilità di incontrare altri coetanei e di compiere con alcuni di loro percorsi di vita piú o meno lunghi, che erano momenti di autentica libertà, al di fuori dalle costrizioni dell’ambiente familiare e scolastico. Si stava insieme, si chiacchierava, si giocava, ci si sfogava, si combinavano monellerie, si tiravano sassate e palle di neve, organizzati in allegre e chiassose bande rivali. I familiari non curavano i rapporti con l’insegnante perché non ne avevano il tempo né ne capivano l’utilità. Qualcuno apprezzava la buona riuscita dei figli negli studi ma molti la guardavano con preoccupazione, perché si temeva che essi potessero sottrarre braccia al lavoro ed impegnare la famiglia in gravosi sacrifici per la loro prosecuzione, che avveniva nei seminari della zona.

La prospettiva di avere in famiglia un prete era considerata occasione di promozione sociale, di benessere economico e di particolare prestigio. Chi non completava gli studi ecclesiastici andava comunque a far parte della classe impiegatizia o, attraverso l’università, di quella delle professioni: l’impiegato comunale, il cancelliere, il segretario comunale, il maestro, l’agrimensore, il medico, il veterinario, il farmacista, l’avvocato, il notaio.

Anche il maestro era un dipendente dell’amministrazione locale: in cambio di uno stipendio (il massimo delle aspirazioni dell’epoca), doveva custodire, educare ed istruire scolaresche pletoriche addensate in un’unica pluriclasse. L’aula di fortuna, generalmente poco confortevole, era arredata da un piano di legno rialzato (una pedana), con sopra un tavolo–cattedra, una sedia ed uno scaldino; e da banchi rudimentali a due, tre e quattro posti (non sempre però sufficienti per ricevere tutti gli alunni). Alle pareti, i ritratti del Re e della Regina, un Crocifisso, un mazzo di palme benedette, qualche pannello didattico, un pallottoliere costruito con galle secche di quercia (haddre) ed una vecchia carta geografica. Il maestro imponeva, con metodi autoritari molto discutibili, l’apprendimento del leggere, dello scrivere, del far di conto e della “buona creanza“, che consisteva nell’obbedienza cieca ed assoluta a qualsiasi tipo di ordini. Si serviva, nel tentativo di raggiungere i suoi obbiettivi, di mezzi coercitivi e di veri e propri strumenti di tortura: schiaffi (scurzúne), manrovesci (mappíne), calci (stambàte), ceci e mais (su cui tenere in ginocchio i discoli), mazze corte o lunghe (per colpire senza scomodarsi anche gli allievi dell’ultima fila di banchi), bacchetta e listello di legno (spalmata), per picchiare sul palmo della mano; spezzoni di fune bagnati e cinture di cuoio.

I ragazzi disponevano (a volte in comune) di un libro di lettura, di un sussidiario, di pennini con aste di fortuna (mazzaríne), di inchiostro ricavato dal frutto del sambuco, di quaderni, di panierini (panariéddre), di una cordicella o di un elastico (la mòlla) per legare i libri e di cartelle (bórze). Solo qualche ragazza indossava il grembiule nero con indicazione della classe in nastrino bianco; quasi tutti possedevano un piccolo contenitore di cenere per asciugare l’inchiostro dello scritto, sostituito in seguito da pezzi di carta assorbente. L’acquisto degli oggetti di cancelleria avveniva barattando uova. Buona parte dell’inizio dell’anno scolastico era impiegata nell’imparare a tenere in mano correttamente la matita e la penna ed a tracciare ripetitivamente sulle pagine dei quaderni segmenti variamente disposti (aste), vocali e consonanti, minuscole e maiuscole, secondo l’antico metodo fonico-sillabico.

School was seen as something that kept the children busy but provided no immediate or tangible useful economic benefit. Its teachings were not much useful in the daily life of a peasant. There were times when children were much more useful in the fields, at times indispensable, such as the spring and fall and children were also needed to tend to pasturing animals.

In these instances they helped in the fields, which they did gladly if they did not enjoy school. Once school attendance till the 5th grade became law, children attended classes more regularly, but there was no one to assist them at home. They sat in a corner somewhere, at times in the stable, to keep warm and to study. They were constantly bothered by the comings and goings and never ending chatter of the many members of the household. However, school afforded the opportunity to meet friends, to grow up with them for a good spell, and to share moments of pure freedom together outside of school and family. Such friend spent great times together, chatting, playing, making mischief, and throwing pebbles and snowballs at rival groups of children.

Parents were not involved with teachers because they had little time to do so and saw no use in it. Some parents appreciated the value of their children’s success in school, but most were worried that education would take away a set of helping hands in the fields, and pose a financial burden on the family if they were to continue their studies in seminaries in some nearby town.

The prospect of having a priest in the family was considered a social promotion, both in wealth and prestige. Those that did not complete their ecclesiastical studies went on to become clerks, or professionals. The teacher was an employee of the local administration, he was paid a salary to teach, educate and guard the schoolchildren who were all bunched into one common classroom. The classroom had few amenities; a desk sitting on top of a footboard, a chair, a hand-warmer, and some benches with three to four seats each and there were never enough seats to accommodate all e senza regoleinstructional posters, an abacus made out of dried out oak-galls, and an old map. The teacher used rather strict methods in teaching reading, writing, arithmetic, and good behaviour. These methods were based on the absolute authority of the teacher and complete obedience by the pupils. He often, in order to achieve his teaching goal, would use brute methods even resorting to punishments akin to torture. Children were often slapped and kicked, made to kneel on hard dried peas, as well as having the palm of their hands hit with a cane or a leather belt.