Museo Etnografico di Aquilonia Beniamino Tartaglia

Falegname

Carpenter

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Costruiva e riparava manufatti in legno, recandosi anche presso le abitazioni dei clienti, che a volte gli fornivano la materia prima: tronchi o tavoloni di quercia, olmo, cerro, noce, castagno, ciliegio, rovere, orno, salice, carpino, pioppo, robinia, faggio, corniolo, gelso, melo, olivo, ecc…

Gli strumenti di lavoro di cui si serviva erano: seghe a mano di varia forma e grandezza, pialle e pialloni, bancone con morsa, cavalletti, accètte, asce, sbozzini, sponderuole per profili e cornici, incorsati, sgorbie per scanalature e zoccoli, graffietti, filiera, coltelli a petto con due impugnature, calibri, morsetti e sergenti di ferro, servitori, chiodi, raspe, martelli,mazzuole di legno, panca a pedale, punzone cacciachiodi, carta vetrata e pezzi di vetro, tenaglie, martelli di legno, martelli a penna larga per impiallacciare, scalpelli, trapani a corda, trapani a mano con succhielli diversi, trivelli, girabacchini, metro, chiodi, pentola per colla, squadre a 90° e squadre false, compassi semplici, a guida ed a spessore; sagome, mola affilatrice, stecche rettilinee per misurare.

Scortecciava, sgrossava, segava i tronchi e ne ricavava tavole di vario spessore; piallava (mai controvena) ed inchiodava; levigava e lucidava; creava incassi con trapani e scalpelli ed assemblava con colla, incastri e chiodi; applicava maniglie, cerniere, “scibbie”, ganci e staffe per sprangare gli infissi (varr), serrature e saliscendi, pomelli.

Produceva porte e finestre, portoni e portelli (purtiéddre), casse per corredo, granai (casciúne), casse per farina di grano e di mais (casciarcèddre), portalampade (tiéne lúce), piattaie, portautensili in rame, portasale, portaposate, strizzatoi–sfregatoi per biancheria (struculatúre), scaldaletti (scarfaliétte), culle (cònnele), moscaiuole, tavole–portaformaggi, tagliapane, attaccapanni, sgabelli (scànnele), cassapanca (banghe, spianatoie per la pasta (tumbàgne), madie (fazzatóre), cardalana, aspi e naspi, tavoli (buffètt) scale, manici (stile) per rastrelli, forche, vanghe, zappe, picconi e pale; asciugapanni, bare (taúte e tautiéddre).

Costruiti con legno stagionato di piante tagliate in fase di luna calante, a garanzia di robustezza e di lunga durata, senza rischio di tarlatura o marcitura, molti di questi manufatti vanivano usati da piú generazioni ed entravano a far parte dell’asse ereditario.

Quello del falegname, uno dei piú antichi mestieri del mondo, risulta oggi profondamente modificato da tecniche e strumenti piú precisi e sofisticati; anche il legno sta per essere soppiantato dalla plastica e dall’alluminio e la produzione dei mobili dipende per la maggior parte da moderne industrie. Resistono, tuttavia, artigiani-artisti, cesellatori, restauratori e scultori del legno che si dedicano ad una produzione di qualità per amatori ed intenditori.

He would build and repair wooden objects, at times travelling to his customer’s households, that would sometimes furnish him with the wood. the tools of his trade were: saws, planers, clamps, stands, hatchets, axes, pliers, hammers, drills and more.

He would remove the bark from trunks and branches and saw them into boards of various width.

He would produce anything, from cradles to coffins, from furniture to tools.

Built with seasoned wood, cut during the waning moon, to guarantee sturdiness and durability, without the risk of rotting or being dug by worms, many of the carpenter’s products would last generations and would become part of the family inheretance.

That of the carpenter, one of the most ancient professions in the world, is very different today than how it was. furniture production depends greatly on industrial production nowadays.

Some artisans however are still around to produce high quality works.