Museo Etnografico di Aquilonia Beniamino Tartaglia

Sellaio

Saddler

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Realizzava e riparava finimenti e guarnimenti per i tanti animali da tiro o da soma (bovini ed equini), che, utilizzando al meglio le potenziali energie, riuscivano ad aumentare la loro produzione. Si recava anche presso le abitazioni dei clienti piú ricchi o le masserie, quando c’era da rifare o risistemare l’abbondante corredo di asini, muli, cavalli e buoi.

I materiali che trasformava ed utilizzava erano il legno, il cuoio, la tela, la paglia, lo spago, le bacchette di ferro o di ottone per ganci e cerchietti e le borchie prestampate in metallo.

Gli strumenti di cui si serviva erano seghe e segacci, raspe, asce, forbici, cesoie, coltelli da calzolaio, lesine [assugli(e)], aghi lunghi e robusti, trapani a mano, attrezzi per praticare buchi (p-rcètt) e per sistemare asole di metallo e borchie, una piccola incudine.

Per la costruzione di basti (vard), segava, sgrossava, raspava, scartavetrava ed infine assemblava, con incastri e bulloni, quattro pezzi di legno leggermente ricurvi, per formare due archi “turchi” da congiungere tra loro con tavolette trasversali; imbottiva la parte interna con paglia coperta di tela, creando un alloggiamento anatomico per il dorso degli equini; rivestiva la parte esterna di cuoio ancora provvisto di peli o di setole e dotava il manufatto di catene, funi e finimenti che cuciva con spago impeciato ed a punti stretti, eseguiti con estrema energia e precisione.

Per la sella (per cavalli), per i collari e per i sellini (per animali da tiro), dopo avere assemblato le parti in pelle (sagomate con precisi modelli in cartoncino) ed averle congiunte con quelle di tela, ne imbottiva il contenitore ricavato con paglia o stoppa, affinché la zona a contatto col corpo risultasse morbida e perfettamente aderente. Completava l’opera con la sistemazione di pezzi di legno e di catene volanti (per il collare) e di guarnimenti (per la sella). Costruiva anche, dopo averli sagomati e tagliati, sovatti e strisce di cuoio di varia lunghezza e larghezza: la loro cucitura, ben resistente, era effettuata a mano, con lesina e solido spago.

Produceva: basti (vard) per il trasporto di pesi di qualsiasi natura a dorso di equini (legna, sabbia, carboni, pietre, fastelli di grano, fieno, cereali, letame, acqua, persone, ecc…); selle di fattura e valore diversi, sellini e collari (cudda-r) per il tiro, attraverso gioghi [sciu-hu(e)], bilancini (v-lanzi-n)e catene, di aratri, erpici, slitte (sdràu-l), carri di vario tipo e attrezzi in pietra (tu-f) o ferro [ruó-c(e)-l] per la trebbiatura; pettorali, corregge, morsi, paraocchi, redini, briglie, sovatti, staffili [sc(e)-curia-t], braghe, groppiere, portastanghe, cavezze, tiranti e sottocoda.

La meccanizzazione dell’agricoltura e dei trasporti ha reso inutili gli animali da soma e da tiro (in realtà, non se ne vedono piú in giro) e cancellato l’attività del sellaio.

He would make and repair harnesses and saddles for the many draft animals or beasts of burden.

Also, he would go to his richest customers’ houses or to large farmhouses when there was the need to take care of equine and bovine equipment or outfits.

The materials he would use were wood, leather, canvas, straw, rope and iron or brass rods to make hooks or studs.

He would make straw-stuffed packsaddles to create a comfortable, anatomical casing for a horse’s back, and he would furnish them with reins, light chains and harnesses.

In this same way, he would create draft collars.

His work included making 100% leather saddles with stirrups and straps of all shapes and sizes.

Mechanization of agriculture and transport has made draft animals obsolete and has wiped this trade away.