SEGGIARO
Costruiva sedie nuove e ne riparava di vecchie, sostituendone per lo piú l’impagliatura consunta o sfilacciata. Nei mesi caldi, lavorava in un angolo della sua casa o all’aperto; in quelli invernali, anche presso le abitazioni dei clienti che, oltre alla cifra pattuita, gli offrivano spesso anche un pasto ed un giaciglio di paglia o di fieno, nella stalla.
I materiali che utilizzava erano pezzi di legno stagionato di ciliegio e di noce, di solito forniti dai clienti, e fasci di paglia (óglia), raccolta lungo i corsi d’acqua o in zone palustri.
I suoi strumenti di lavoro erano: coltelli di varie forme e dimensioni, falcetti, roncole, cesoie, coltelli a due manici, una pialla, piallette, un trapano a mano con diversi succhielli, seghe e seghette, stecchi di legno per rendere compatta e stretta la tessitura, un banchetto da lavoro a pedale, cartavetrata, scalpelli, morse.
Divideva con la sega un tronchetto di legno in quattro parti, le sgrossava con l’ascia e le modellava con coltelli a due manici e con piallette, ricavandone quattro gambe, due lunghe e due corte, mentre da pezzi di spessore piú piccolo derivava le bacchette poggiapiedi ed i listelli larghi e concavi per la spalliera. Praticati con trapano e scalpelli gli alloggiamenti necessari, assemblava il tutto senza uso di colla, ad incastro. Levigato l’intero telaio, rivestiva il quadrilatero trapezoidale (la seduta), con paglia precedentemente bagnata e attorcigliata (un cordoncino docile e flessibile), facendolo passare prima tutt’intorno, perimetralmente, e poi verso l’interno, con un intreccio molto stretto e serrato (il cordolo doveva risultare unico, grazie all’aggiunta progressiva di nuova paglia, senza soluzione di continuità e di spessore costante). Rasava infine la parte sottostante dell’impagliatura, sfiorandone l’intreccio, per eliminare eventuali appendici in prossimità delle parti aggiunte.
Produceva sedie, seggiole, sedioline, sediolini per bambini e sedioloni per vecchi (con foro centrale nell’impagliatura, per i bisogni corporali), che, solidi e resistenti, venivano usati da piú generazioni dello stesso gruppo familiare.
Quello del seggiaro è un mestiere quasi del tutto scomparso da alcuni decenni, soppiantato dalla produzione industriale, che adotta tecniche costruttive e materiali nuovi, con prezzi decisamente concorrenti.
VASAIO
Sincronizzando i movimenti di mani e piedi, lavorando quasi sempre di tornio in un locale aperto ma al riparo dalle intemperie e manipolando un impasto argilloso molto duttile, produceva vasellame, a volte con esiti artistici di rilievo: pignatte, tegami, vasi da notte (pisciatúre e càndere), vasi e vasetti, giare (fusíne) per olio.
L’argilla e le vernici erano la materia prima; il tornio, del filo di ferro, le spatole, un punteruolo per graffiti e pennelli vari, gli strumenti di lavoro.
Preparava l’impasto e lo sistemava sul piatto girevole del tornio, azionato da un volano mosso da un piede; lo manipolava, premendo con le sue mani (dall’interno e dall’esterno, fino all’altezza desiderata) ed inumidendo continuamente le dita. Realizzata l’ultima forma (quella progettata), la lisciava con la spatola, la decorava con solchi e disegni geometrici e la corredava di manici ed anse. Faceva poi essiccare lentamente i manufatti, per evitare incrinature e screpolature, e concludeva il suo lavoro con un’accorta cottura.
L’attività di vasaio, che richiede metodicità, diligenza e maestria, è ancora ampiamente praticata in località di antica produzione di terrecotte ed i suoi prodotti hanno un notevole mercato, alimentato da amatori e turisti in genere.
CHAIR MAKER
He would build and repair chairs. In the warm months, he would work in a corner of his own home or in the open; in winter months, he would also work in the habitations of his clients, that, aside from the agreed price, would allow him to work in their stable.
He would use pieces of seasoned cherry tree or walnut tree wood, usually furnished by clients, and bundles of raffia gathered along water courses or wetlands.
His tools of the trade were almost entirely similar to those of the carpenter.
He would build a frame structure and cover the sitting space with previously wet and twisted straw, with a tight, clamped weave. he would produce chairs of various sizes and highchairs for the elderly (with a central hole in the straw weave for bodily needs).
The trade has almost entirely disappeared.
POTTER
He would produce pottery, sometimes of great artistic outcome, by synchronizing hand and feet movements and working almost constantly on a lathe, manipulating a very ductile argillaceous paste.
Clays and varnishes were his main working materials, while the tools of his trade were a lathe, iron wire, spatulas and, most of all, his hands.
He would prepare a clay paste and, after having modelled the shape, he would decorate it with grooves and geometrical designs; he would then dry the artefacts over time and he would conclude his work with a careful firing.
The potter’s activity is still today widely practiced by enthusiasts, still having a market.
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