Museo Etnografico di Aquilonia Beniamino Tartaglia

Saragaro

Bream seller

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Girava per contrade e paesi con un carrettino a due ruote (tirato a mano o da un asinello), con sopra alcuni recipienti di legno (il sale avrebbe corroso il metallo), simili a tinelli o misure per il grano (mezziétte), contenenti aringhe, sardine, saraghi, acciughe e sgombri salati; mentre pezzi di baccalà secco erano in bell’evidenza appesi alle stanghe, con una bilancia o una staderetta e della carta grossa e ruvida per avvolgere la merce.

Dotato di buona parlantina e di convincenti argomentazioni (ricordava soprattutto il precetto religioso dell’astinenza dalla carne in tanti giorni dell’anno), vantava la sua mercanzia.

Le famiglie ne facevano uso, come di un economico companatico, specie durante la Quaresima e nei periodi di piú intenso lavoro nei campi; i frequentatori di bettole ne assaggiavano costantemente per preparare gola e stomaco a piú abbondanti libagioni.

Un’aringa salata (saràca) veniva appesa, nei giorni di magra, alla catena del focolare (camàstra), perché tutti i componenti del nucleo familiare potessero, sfregandovi due fette di pane, in qualche modo insaporirle.

Il saragaro era spesso contornato da gatti, attratti dall’odore tipico del pesce salato. La sua attività è stata assorbita da quella del pescivendolo.

He would wander through villages and towns with a two-wheeled cart carrying wooden containers with herring, sardines, anchovies, salted mackerel and dried cod.

Families would consume fish during the period of lent and in times of hard labour in the fields; those who would commonly go to taverns would taste fish continuously to prepare their throats and stomachs to abundant drinks.

A salted herring would be hung to a chain on the hearth, in days of lack of provisions, so that all components of the family nucleus could flavor two slices of bread by rubbing it on the fish.

His activity has been supplanted by that of the fishmonger in shops.