Costruiva e riparava mezzi di trasporto su ruote, di varia forma e grandezza, per il trasferimento di persone e cose. La sua attività, i cui segreti si tramandavano di generazione in generazione, richiedeva esperienza ed abilità.
La materia prima era costituita da piattine di ferro per cerchioni ed altro; da tronchi di legno bene stagionato e senza nodi, di acacia, frassino e/o di altre piante cresciute in terreno magro; e da tavole di pioppo per il letto dei carri.
Gli strumenti di lavoro di cui si serviva erano: pialle, scalpelli, trivelle, un tornio, asce, seghe di varie forme, raspe, calibri, un maglio di legno, martelli, compassi (semplici, a guida, da ruota ed a spessore), trapani con diversi succhielli, una forgia, un’incudine, tenaglie, metri e matite.
In successione, segava i tronchi e li sagomava al tornio o a colpi di ascia e raspa, per farne mozzi, raggi ed archi di circonferenza; con trapani e scalpelli ricavava incastri di estrema precisione (quasi mai faceva uso di colla o chiodi); applicava i raggi ai mozzi, gli archi ai raggi ed i cerchioni alle ruote (il ferro veniva riscaldato, perché raffreddandosi vi aderisse perfettamente); costruiva le stanghe, il timone e le sbarre di traverso, fermate ad incastro e fissate con viti a doppia testa (tonda e quadrata); sistemava l’asse per le ruote; stendeva il letto con tavole di pioppo ed issava le sponde (o di paletti distanziati o di tavole); aggiungeva ganci ed anelli, i freni (martellìna) azionati da una maniglia e qualche cassettone per il trasporto di merci sciolte e di poco peso.
Produceva, solitamente su commissione, carri per buoi ad un timone e a due ruote, carretti e carrettoni a due stanghe e a due ruote; “traìne” a due stanghe per muli, asini o cavalli, carretti a mano e carriole; calessi a due ruote (sciarabbàlle), carrozze a due o quattro ruote, con o senza cappotta; birocci e biroccini.
Il mestiere del carraio, che richiedeva maestria e competenza straordinarie, è quasi del tutto scomparso, soppiantato dalla produzione industriale di nuovi mezzi di trasporto a trazione meccanica, piú confortevoli e veloci.
He would build and repair wheeled vehicles of various shapes and sizes for the transportation of goods and persons. his activity, whose secrets were handed down from generation to generation, required skill and experience.
The material for his work consisted in iron strips for wheel rims, well seasoned acacia or ash trunks, but of other trees as well, and poplar planks for the cart’s structure. His tools were those the smith and carpenter used.
He would saw trunks and shape them into radiuses and arches of circumferences, with axe and hatchet, which he would then assemble together with iron strips, heated first and then cooled by water; he would so make poles, rudders and transversal bars for cart wheels.
He would usually work on commission, producing ox carts, hand carts and wheelbarrows and two wheeled carriages for the whealthy.
This profession required great skill and competence and has almost entirely disappeared.
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