Quando le malattie si mostravano resistenti all’intervento (in verità, raro) del medico ed all’impiego di erbe, fiori, frutti e piante o di “prodotti ed articoli sanitari” di varia natura (illustrati negli stands dedicati alle Terapíe Empiriche ed all’Infanzia), che pure avevano un fondamento naturalistico che faceva riferimento a princípi che la moderna ricerca scientifica ha dimostrato essere spesso oggettivamente validi, si ricorreva a veri e propri atti terapeutici (compiuti da praticoni e praticone) in cui, però, il rapporto tra i rimedi usati ed i mali da curare era fragile, aleatorio o addirittura inesistente:
Queste terapíe e tutte le altre illustrate diffusamente nello stand non presentano alcuna relazione di causa ed effetto tra l’antidoto che si mette in atto e la patología da guarire. Ci si fonda solo sul potere incantatore ed incantesimale, cabalistico ed ammaliatore delle formule magiche, delle giaculatorie dal significato misterioso ed oscuro, delle liturgie particolari, dei rituali di segni, invocazioni, manipolazioni, toccamenti di varie parti del corpo, in concomitanza, spesso, di specifiche fasi lunari; degli amuleti e dei talismani.
Le terapíe magiche erano il tentativo estremo di risolvere problemi altrimenti irrisolubili, di liberarsi da infermità, acciacchi, indisposizioni, infezioni, disturbi, malanni, malori, malesseri di incerta origine (episodici o recidivi o cronici), spesso immaginari, ostinati o fulminanti, locali o generali; da situazioni patologiche a volte di origine nervosa; da cagionevolezza persistente; da atonía ed astenía da trasferire su altri (come il male dell’arco), perché inguaribili ed indomabili.
Alcuni esiti casualmente positivi (si trattava anche di effetto “placebo”) di pratiche stregonesche finivano per confermarne la validità ed accreditarle ancora piú saldamente nell’opinione della gente. In realtà, si trattava di un ingenuo ed irrazionale miscuglio di superstizioni, di diavolerie evocative ed occultistiche, di sortilegi, molto lontani non solo dalla medicina ufficiale ma anche dalle terapíe empiriche, decisamente piú affidabili.
When illnesses could not be cured by the physician or by the use of herbs, flowers, fruits and plants, that were based on principles now recognized as valid even by modern medicine, one resorted to therapeutic stunts (perpetrated by a practitioner of sort) with rather inconsistent outcomes.
Such therapies show no correlation between cause versus effect and the remedy versus the pathology. They are purely based on the charm of the practitioner and his magic spells, on ritualistic gesturing, invocations, manipulations and physical touches on parts of the body, along with amulets and talismans and often timed to coincide with specific phases of the moon.
Magic therapies were the last ditch effort to resolve impossible circumstances, to free oneself from maladies, aches, disorders, infections, troubles, imaginary ills, pathological situations of nervous origin, athony and asthenia.
Some positive results obtained through these remedies (mostly due to placebo effect) ended up confirming the validity of such witchcraft in the mind of the villagers. But in reality it was all just a mix of superstition and naiveté.
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