Museo Etnografico di Aquilonia Beniamino Tartaglia

Cantastorie

Storyteller

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Telenoveliere dei tempi andati, per secoli ha frequentato le piazze, i portici e gli slarghi di borghi e villaggi, soprattutto in occasione di fiere, feste patronali e sagre, suscitando emozioni e commozione negli spettatori con le sue storie passionali e tragiche, (oggi appannaggio dei mass-media). Suonava e cantava situazioni e fatti memorabili per il popolo, attinti in parte alla cronaca, in parte a leggende e miti riadattati al gusto degli ascoltatori.

Srotolava ed appendeva ad una parete o ad un supporto rudimentale una grossa tela con tanti riquadri, come uno schermo con fotogrammi fissi (in sequenza, dall’ alto in basso e da sinistra a destra), in cui, su sfondi vaghi ed approssimativi, si stagliavano personaggi dipinti alla maniera naïf, protagonisti di vicende di amore e di morte.
 
Narrava, con voce impostata e cadenzata, il succedersi degli avvenimenti, indicandone i passaggi con una lunga mazza o con una canna e sottolineandone i prologhi, gli intermezzi e gli epiloghi con le note di una chitarra o di un’armonica a bocca (sunètt) o di un organetto (quatt bass)
 
Nota una composizione popolaresca aquiloniese, “Lu prímo r’Aúst” (un cantàre, di derivazione provenzale), recitata, con accompagnamento di strumenti musicali, nelle piazze dai cantastorie, ormai cancellati per sempre dai fotoromanzi, dal cinema e dalla televisione.

Soap-opera narrator of times now gone, for centuries, millennia, he has been about in squares and plazas, doorsteps and wide spaces in cities, towns and villages, especially in during fairs, patron saint’s feasts and festivals, arousing feelings and emotions in the souls of his audience with his passionate and tragic tales. he would play and sing of happenings and events memorable for the people, drawn in part by everyday news, and in part by legends and myths adapted to the tastes and likings of the public.  he would unroll and hang a canvas with fixed frames, in which characters were displayed to star in tales of love and drama, to a wall or a rudimental support. 

He would narrate, with a suggestive and cadenced voice, the succession of events, pointing out the passages on the canvas with a long stick or cane, and underlining the prologues, interludes and epilogues with the notes of a guitar, harmonica or accordion.